
Amicus Plato, sed magis amica veritas.
Per prima cosa traduciamola, anche se si capisce a senso: Sono amico di Platone, ma maggiormente amico della verità.
In realtà la frase originale riportata da Platone (Fedone XL, § 91) era: Amicus Socrates, sed magis amica veritas.
e in greco:
Nel Fedone la frase è pronunciata da Socrate in chiave didascalica per insegnare ai suoi allievi che è sempre bene dubitare di tutto e tentare di raggiungere sempre la verità; questo vale anche se l’oggetto del dubbio fosse lui stesso, o qualsiasi maestro, che disquisisce ed enuncia principi filosofici o pratici.
Questa stessa citazione la troviamo anche nella Vita di Aristotele dello storico Ammonio di Ermia (floruit nella seconda metà del 400 d.c.):
L’errore di mettere Plato al posto di Socrates è stato fatto nel Don Chichote da Cervantes.
Troviamo la citazione anche in Ruggero Bacone, francescano inglese del Somerset, filosofo scolastico e scienziato del XIII secolo, che la cita in maniera corretta in Opus maius.
Una curiosità: Ruggero Bacone (da non confondersi con Francis di 300 anni dopo) fu il maestro del personaggio, fittizio, di Gugliermo da Baskerville che troviamo ne Il nome della rosa di Umberto Eco.
Anche Martin Lutero nel De servo arbitrio riprende questa frase e la adatta, rafforzandola, in questa forma:
Amicus Plato, amicus Socrates, sed praehonoranda veritas.
Ho voluto comprarmi il libro di poesie della sodale di FB Viviana Viviani. Al termine della lettura, mi è uscita questa paginetta di commento.
Mentre scrivevo un post su Facebook concernente l’inno nazionale non cantato dai privilegiati spettatori della tradizionale Prima di Sant’Ambrogio alla Scala
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Floruit Raramente ho incontrato in Italiano questa parola che dalla sua origine latina si è trasferita sic et simpliciter nell’italiano dotto.