Frammenti di diario intimo di Henri-Frédéric Amiel – 12 giugno 1871

L’uguaglianza sociale: un assurdo? Forse: lo considero una sintesi da analizzare seriamente. Già Platone, pur padre e cultore della democrazia greca, ci suggeriva quest’ipotesi.

Ho tovato in questo diario dell’Amiel un ottimo ripostiglio di principi che mi si addicono, mi si confanno, li trovo ben formulati e precisi: non c’è timore di fraintendimenti.
Lungi da me avvicinarmi a principi anti-democratici, ma in certi passaggi l’eccesso di Democrazia porta più danni che benefici.

Le frasi che riporto sotto sono tratte da quel Diario intimo.
Ricordiamoci che Amiel parla così nel 1871
,
anno del trasferimento della Capitale da Firenze a Roma e della promulgazione delle leggi delle Guarentigie, che reggono i rapporti tra Stato italiano e Santa Sede, per i successivi 58 anni, fino ai Patti Lateranensi.
https://www.frasicelebri.it/frasi-di/henri-frederic-amiel/
https://it.wikipedia.org/wiki/Henri-Frédéric_Amiel

*** *** ***

Le masse saranno sempre al disotto della media.

La maggiore età si abbasserà, la barriera del sesso cadrà, e la democrazia arriverà all’assurdo rimettendo la decisione intorno alle cose più grandi ai più incapaci.

Sarà la punizione del principio astratto dell’Uguaglianza, che dispensa l’ignorante di istruirsi, l’imbecille di giudicarsi, il bambino di essere uomo e il delinquente di correggersi.

Il diritto pubblico fondato sull’eguaglianza andrà in pezzi a causa delle sue conseguenze. Perché non riconosce la disuguaglianza di valore, di merito, di esperienza, cioè la fatica individuale: culminerà nel trionfo della feccia e dell’appiattimento.


L’adorazione delle apparenze si paga.


La saggezza è un equilibrio, quindi si trova soltanto negli individui.
La Democrazia, conferendo il dominio alle masse, dà la preponderanza all’istinto, alla natura, alle passioni, cioè all’impulso cieco, all’elementare gravitazione, alla generica fatalità.

L’oscillazione perpetua tra i contrari diventa il suo unico modo di avanzamento: perché è la forma infantile, stupida e semplice della mente limitata, che si infatua e si disamora, adora e maledice, sempre con la stessa avventatezza.

___

Vediamo di non perdere nemmeno una virgola di queste parole se vogliamo tenere in buon conto che sia percorribile il concetto “l’uguaglianza: un assurdo?”.
Anche per me, che ho una concezione molto egualitaria della società, esistono dei limiti che non possono essere superati se non con una promozione da conquistarsi sul campo.
Nel momento in cui si approfitta della Democrazia che diviene paravento per accampare diritti non realmente maturati, allora la meritocrazia soccorre.
Non bisogna però, a sua volta, far sì che il nuovo assetto meritocratico diventi metodo per schiacciare la classe sociale più debole economicamente.
Ed è qui che il censo interferisce penalizzando chi ha meno mezzi.
C’è quindi la necessità che l’equilibrio tra situazione forzatamente perequata e situazione forzatamente dipendente si stabilisca attraverso meccanismi che già esistono in società, ma che abbisognano di riconoscimento dell’una e dell’altra parte sociale.
Attenzione però che poi non siano i meccanismi che guadagnano un potere e possano di conseguenza favorire o penalizzare.
Resta il dilemma.

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