Categorie: Chi parla?

 

L’infante… orgoglioso livornese, mi ricordo la Livorno distrut­ta dai bombar­damenti alleati e dalle mine dei tedeschi. Guardando i mucchi di macerie balbettavo alla mia mamma: “I mananni!” [I malanni].

L’irrequieto… studente che capiva tutto, assimilava facilmente, ripeteva con forbite proprietà di linguaggio, ma per insulsa ribellione non studiava niente e mal sopportava la concorrenza dei coetanei. Quindi: sprazzi di università in giurisprudenza, scienza dell’informazione, filosofia e velo pietoso sul faticoso ansimare per crearmi il copioso bagaglio di conoscenze che comunque ho accumulato. Ma buon guidatore d’auto e di vele e ballerino di cha-cha-cha, hully-gully e twist.

L’informatico… dell’automazione e delle trasmissioni dati che casualmente diventai: ne feci un mestiere. Era l’inizio degli anni 1970 ed eravamo un’élite. Così mi piaceva allora!

Il direttore… ICT (o TIC [bruttino, eh?] che dir si voglia per indicare la Tecnologia delle Informazioni e delle Comunicazioni) che divenni nel 1983, a lungo tecnico e poi delle Relazioni esterne.

L’impiantista… nell’ambiente automotive sempre come direttore tecnico. Mi sono buttato, difficile mestiere, nella direzione centrale dei cantieri europei e d’oltre-cortina (come si diceva allora).

L’informatico… gestionale che torna alle origini e automatizza da zero lo stabilimento italiano di una multinazionale – Kärcher – con la gestione, i nuovi processi, l’informatica distribuita, la logistica avanzata e tutti i flussi delle informazioni.

L’imprenditore… in campo alimentare, all’estero, per oltre dieci anni.

Il pensionato… con rientro a Genova: perché lì vive la mia discendenza.

Lo scribacchino che riordina documenti di famiglia e per­sonali. Primo impegno: curo, in una mia edizione, un libro di memorie del mio nonno ufficiale aviatore pluri­decorato della Grande Guerra. Nel 2023 pubblicherò anche la sua biografia.

Il blogger… che vuole, timidamente o meno, condividere in questo sito le conoscenze accumulate negli anni e suggerire continuità storiche. Come in un diario minimo e con tanto vissuto.

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