
Cos’è una Biccherna, o Biccherne?
Che poi quante volte vi capiterà nella vita di dover citare o cercare questo lemma, non lo so.

Il Palazzo di Blacherne nel 2007 – Credito I. Gryffindor
Certo che se sarete studiosi dell’arte finanziaria senese del medioevo, oppure vi interesserete di arte iconografica medievale, potreste incontrare questa strana parola che altro non è che una distorsione del nome Blacherne – Βλαχερναί – che è il palazzo di Costantinopoli dove si trasferì la corte dell’Impero romano d’oriente dopo il 1081.
Il palazzo era a ridosso delle mura Teodosiane nel territorio europeo di Bisanzio. Sembra che in quella zona collinare l’aria fosse più salubre e quindi da allora fu preferita dagli imperatori. Il palazzo è attualmente quasi completamente diroccato: ne restano poche rovine e qualche muro semidistrutto.Dunque, per traslato, la Biccherna o Biccherne divenne una magistratura senese che supervisionava alla finanza del Ducato.
Magistratura articolata e importantissima che constava del Camerlengo, di quattro provveditori e un nutrito numero di ufficiali subalterni.
Dal nome di questa magistratura senese presero nome le tavolette di legno che rilegavano i libri delle registrazioni e delle delibere finanziarie tenute da quell’ufficio, così come i conti e i bilanci. Le tavolette vennero istoriate da dipinti di carattere civile, religioso o con ritratti e sono di notevole pregio. In totale ne sono censite 124 e furono prodotte tra il 1258 e 1682.
Inizialmente raffiguravano il Camerlengo del periodo, ma in seguito il soggetto variò come detto riportando immagini relative a fatti salienti e civilmente importanti concernenti il Ducato senese. Come anche non furono più solo le tavolette di rilegatura, ma divennero veri e propri quadretti su legno.
Quasi tutte sono conservate dall’Archivio di stato di Siena, altre sono in collezioni estere di Londra, Berlino, Budapest, New York e Chatsworth.
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